Marmalù – La nuova raccolta di versi di Marco di Meco
Il poeta e compositore jazz Marco Di Meco pubblica la sua nuova plaquette di inediti disponibile in formato cartaceo attraverso la piattaforma ilmiolibro.it gestista da GEDI S.p.a. Gruppo Editoriale. ||
ISBN 9788892386273 / 8892386271
Link https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/poesia/618848/marmalu/
https://www.ibs.it/marmalu-libro-marco-di-meco/e/9788892386273
“La nuova plaquette raccoglie liriche scritte, o rimaneggiate, in tempi distanti tra loro, in un arco che va dal settembre 2019 al gennaio 2022. Così come diversi i luoghi fisici (e mentali) in cui sono nate. Alcune nei paesaggi montani dell’appennino reggiano (Castelnovo ne Monti), altre nelle pianure della ‘bassa’ (Castelnovo di Sotto), altre ancora tra le colline ed il mare d’Abruzzo. Sebbene siano così ampie le coordinate spazio temporali genitrici, un tema emerge: l’amore.
L’amore visto sotto la lente della solitudine.
Una solitudine interpretata non necessariamente come condizione definitiva ed irreparabile, quanto più in una declinazione contemporanea del concetto di normalità. Una ibridazione tra concetti, tra sentire e modalità su come questo sentire viene manifestato all’altro.
Su quali spazi occorre dover, a tutti i costi, recuperare dai modelli di normalità legati al passato, e su altri spazi che, forse, non andrebbero recuperati.
La preoccupazione per lo stato di benessere delle comunità, economico, di tessuto sociale, in questi versi appare assente. Focalizzano invece l’attenzione quasi esclusivamente al ‘sentire l’altra persona’ così come venutosi a modificare.
Qual è la motivazione ed il risultato di tale speculazione? Di conseguenza: sono anche variate le parole dell’amore? Della solitudine, della gioia, della tristezza? Ed il loro viverle in relazione con l’altro?
Questi versi, risposte a tali interrogativi non ne danno, in fondo. Né lo devono, s’intenda!
In qualche modo, però, li attraversano. Ne permeano il loro essere con noi, ora.
Le immagini sono molto simili ad una persona che non può né tacere, né annullarsi. Costretta alla vita nonostante la libertà. L’unica risposta, che non risolve ma che appare nel finale, come una sorta di appiglio cui aggrapparsi nel presente, è l’ ipotesi di un futuro nato da un diverso (verosimile) passato: Poi partimmo per non tornare/fin dove immaginammo arrivasse il mare.
Su un reale sentire (perché percepibile) che viene da una possibilità mai realizzata, ma realizzabile.”